venerdì 6 novembre 2009

[Enduro Viverone] Si poteva fare meglio?



Nel disegno che vedete qui sopra (cliccandoci sopra lo potete vedere più grande) si vede la strategia di pesca che io e il mio socio Simone abbiamo messo in pratica durante l'enduro di Viverone. La legenda vi spiega il significato dei puntini colorati. Io pescavo a destra (quindi verso l'alto nel disegno), Simone a sinistra (in basso). Le partenze (6) sono avvenute solo nel punto in cui ci sono state le 2 catture (stellina in alto: 2 partenze, 2 pesci) e vicino alle boe più al largo (seconda stellina: 4 partenze, zero pesci a guadino). Tutti gli altri segnalini utilizzati non hanno mostrato segni di vita.
Piccola nota tecnica. Come si può ben vedere anche dal disegno, tutta la zona che precede le boe gialle è caratterizzata da un basso fondale (max 3 metri), totalmente ricoperto di alghe. I buchi erano pochissimi, concentrati soprattutto verso le barche e davanti alla postazione (fondale di 1-2 metri). All'altezza della stellina si apre un corridoio sgombro dalle erbe. Lo vedi e capisci subito: quel corridoio l'hanno fatto i pesci. Scorre parallelo alla riva ma non è continuo: ogni tanto si chiude con qualche ciuffo e poi si riapre. Osservandolo con il batiscopio si vede bene il fondo "girato" dalle bocche delle carpe. Entrambe le baffone prese in questo punto hanno espulso nella sacca di mantenimento una quantità enorme di pezzi di gambero. Sospettiamo che il buco pulito sia una zona frequentata dalle carpe proprio per i gamberi: abbiamo preso perché le carpe erano lì per i gamberi, non per la nostra pastura, che spariva dopo un quarto d'ora per l'assalto delle scardole. Ovviamente, dopo la prima notte, tutti gli inneschi sono stati integralmente calzati o ricoperti con la guaina termorestringente.
Il punto più interessante (partenza ogni notte) è stato quello in corrispondenza delle boe al largo, cioé quelle che formano la pista per lo sci nautico. All'altezza della seconda stellina ci sono 9 metri d'acqua e un fondale durissimo e sgombro da erbe, forse per la "corrente" prodotta dai motoscafi che vanno su e giù tra le boe. Bene: qui le carpe sono partite alla grande ma le abbiamo slamate tutte (no rotture). Due le abbiamo perse contro le boe, altre due in mezzo alle alghe vicine alle boe gialle (ci sono venute incontro). Il problema più grande erano gli agglomerati di alghe che si formavano sulla lenza. A forza di strattoni per eliminarli, finivamo per scaricare la trazione sul pesce, che si poteva slamarle. Staccarle a mano era improponibile perché dovevamo arrivare sul pesce il prima possibile per evitare che questo si infilasse tra i fili delle boe.
Fondamentalmente pensiamo che non si potesse pescare meglio di così, considerando anche che le distanze erano veramente elevate. Ci spiace per le tante slamate, forse al di là della lenza ci poteva essere il "vitello"...


3 commenti:

Umbecarpone ha detto...

pescare al di la delle boe non e mai il massimo...magari utilizzaando sassi molto pesanti al posto dei piombi...

Maury ha detto...

La spiegazione sta nel tuo report: o le becchi tra le erbe (corsie o piccoli spazi puliti) oppure fuori (anche appena fuori). Se sono presenti ostacoli la strategia deve essere più "furba" (con linee o tecniche tali da "gestire" gli ostacoli) ed ovviamente con montature adeguate.
Alle fine... avete fatto quello che potevate fare ;-)
Ciao!

Il Menega ha detto...

Per Umbe. Le boe gialle non erano connesse da un filo parallelo al fondo, quini non erano troppo pericolose. Quelle rosse invece sì: è per questo che vi abbiamo pescato davanti. Oltre non si poteva, era troppo pericoloso e anche troppo "lungo". Considerando che nella corsia passavano bei motoscafi, le nostre trecce avrebbero fatto una brutta fine. La cosa positiva è che non abbiamo rotto nulla, ma solo slamato. Vero è che usavamo materiali molto tosti (snag dello 0,80 e finale da 60 lb)... pensiamo di aver perso tutti quei pesci per le erbe che c'erano tra noi e gli spot. Per strapparle dalla treccia eravamo obbligati a strattoni molto forti che, alla fine dei conti, incidevano non poco sull'allamata. Considerando anche che la distanza tra noi e il pesce era di quasi 300 metri... insomma: 'na faticaccia!