venerdì 1 aprile 2011

Più pancia, meno testa


Noi carpisti spesso non afferriamo molte occasioni a causa di un piccolo difettuccio: ragioniamo sempre sulla base di approcci standard e usiamo poca fantasia. Preferiamo lasciarci guidare dall’esperienza e dalle tecniche “classiche” dimenticandoci di quanto, a volte, possa essere vincente seguire i suggerimenti della pancia. Prendiamo come esempio la pesca nei grandi laghi. L’approccio più o meno è questo: si trova una postazione sulla base degli spostamenti stagionali delle carpe o delle informazioni che abbiamo a disposizione, si scandaglia la zona cercando sempre gli scalini, le buche, le secche, i vecchi letti di fiumi e le zone a fondale duro, si cala la lenza (raramente la lanciamo) aiutandosi con l’ecoscandaglio e si pastura coprendo un’ampia superficie soprattutto con palline di grosse dimensioni, perché quelle piccole non vanno bene a causa della minutaglia. Questi “passi” standard hanno fatto e faranno catturare ancora migliaia di carpe ma non vincono sempre. Noi non ce ne rendiamo conto perché siamo troppo pigri per metterli in discussione.