lunedì 24 dicembre 2012

Auguri sinceri


Natale, Capodanno, Epifania: buone feste a tutti gli amici veri con la "malattia" della pesca. E a voi che, silenziosamente, leggete e apprezzate il mio blog. Non vi conosco di persona, vorrei farlo, forse capiterà. Allora ne approfitto per augurare, con questa foto per me significativa scattatami lo scorso anno dal mio amico-maestro Giulio, gioia, serenità e un sereno futuro a tutti. Ce n'è bisogno!

lunedì 17 dicembre 2012

Fiera di Ferrara: si può fare ancora meglio

Seconda edizione, seconde impressioni. Quest'anno non da insider ma da semplice osservatore. Senza dubbio l'impatto è migliorato: più stand (sia negozi, sia aziende), più frenesia e, naturalmente, una struttura decisamente più efficiente rispetto a quella di Carpitaly. Nonostante il meteo non favorevole - ma di certo non paragonabile al disastro dello scorso anno - c'è stata anche una buonissima partecipazione di pubblico. Mettiamola così: quella di Ferrara è ormai una vera fiera della pesca, c'è, e bisogna farci i conti. Corollario: può migliorare e speriamo che lo faccia, per non risultare poi un doppione più "elegante" di Gonzaga. Note dolenti? Sì, qualcuna...

lunedì 10 dicembre 2012

Grammo più, grammo meno

Sono passati nove anni. Sì, nove. Dall'ultima notturna sotto zero. Dove potevo essere? Pusiano, un classico. 23 dicembre, notte secca al paese, temperatura -10°C. Lo ricordo come se fosse ieri. Mi dissi: «Mai più». Sofferenza, non pesca. Immobilità, non azione. Nervosismo, non relax. Lo stesso pensiero mi ha sfiorato venerdì scorso, mentre guardavo la linea del termometro accorciarsi minuto dopo minuto. 3, 2, 1, un countdown manco fosse capodanno. 0, -1. «Fermati, dai...». -2, -3, -4. «Mai...». -5, -6, -7. «... più?!». Ma che fai, torni a casa? Ripensi alla pescata di tre settimane prima e ti ricordi che sei qui a onorare una finale. Fa freddo, è vero, ma l'esperienza ti ha insegnato una cosa: è cruciale l'organizzazione. Coprirsi, mai cedere alle sensazioni di calore, mai sudare, cambiare gli abiti umidi, mangiare bene, non bere alcolici e allestire un campo che ti permetta di rimanere al riparo dall'umidità, sopra e sotto. Fatto questo, puoi pensare a pescare. E magari a lottare un po' di più in quella che è fondamentalmente una gara, dove se non fai risultato non importa, ma se lo fai è meglio. Se poi lo ottieni combattendo fino all'ultimo minuto, facendoti sfuggire l'alloro per pochi etti, si chiude il cerchio e quel "mai più" assume una sfumatura diversa. Rimane ancorato al passato, ai ricordi di nove anni fa. Lì, ghiacciato come il le canne e i mulinelli al risveglio. A futuro ricordo di quello che non si deve fare. Insomma, ecco la cronaca della nostra finale all'enduro invernale del Lago di Salasco.

sabato 1 dicembre 2012

Pusiano: il nuovo regolamento

Ve lo ricordate il Lago di Pusiano? Bene: prendete quel ricordo, custoditelo dove vi pare e preparatevi a un nuovo scenario, perché tutto è cambiato. In bene o in male non posso dirlo e non voglio dirlo, perché saranno il tempo e i fatti a decretarne il futuro, non certo le comprensibili reazioni a caldo di chi, come me, ha sempre amato Pusiano come uno degli ultimi paradisi "liberi", dove i pescatori di tutte le tecniche hanno sempre trovato un minimo di accordo per pescare in santa pace. Il succo della questione è che dall'1 gennaio 2013 pescare a Pusiano non sarà più la stessa cosa. Ieri sera è stato infatti presentato, a Palazzo Beauharnais, sede del Comune di Pusiano, il progetto che Egirent (la società che ha acquistato i diritti esclusivi di pesca e navigazione) ha istituito per il lago e che prevede un nuovo regolamento, nuovi permessi e nuove tariffe per praticare la nostra passione. Il regolamento integrale verrà pubblicato nei prossimi giorni, nelle prossime righe mi limiterò a tracciare i punti salienti toccati nella conferenza di ieri sera. A partire dallo slogan: "Io pesco a Pusiano".

giovedì 22 novembre 2012

Memorial Filipponi 2012 [live - risultati ufficiali]

Questo post verrà aggiornato con le news dal Memorial Filipponi. Clicca su "Continua a leggere" per vedere gli aggiornamenti passati. Su Twitter cerca l'hashtag #pusiano2012 per trovare notizie e foto in tempo reale.

Domenica 25 - RISULTATI UFFICIALI DEFINITIVI
Classifica Big-Fish

Ad aggiudicarsi il Memorial Filipponi 2012 del Lago di Pusiano sono quindi Massimiliano Peruch e Andrea Fava della sede 166, Gruppo Ambrosiano Carp Fishing, con una regina di 20,050 chili pescata alla postazione "Toro". Complimenti ragazzi!


Classifica Peso Totale


Il premio per il maggior pescato totale va a Benlodi e Muto, che parevano già irraggiungibili dopo la seconda notte e che cementano il loro successo con una regina over 11 chili durante l'ultima notte. Anche a loro grandissimi complimenti: una pescata fantastica!

Sono state catturate in tutto 40 carpe (record delle quattro edizioni) per un peso totale di 358,905 chili, con una media di 8,87 chili.

Per quanto riguarda la beneficenza, sono stati donati 1.000 euro alla Fondazione Filipponi e 1.000 euro a La Nostra Famiglia.

Nei prossimi giorni ulteriori aggiornamenti con le foto delle catture e qualche notizia tecnica.

Per concludere, un abbraccio forte da parte della sede 166 e di tutti i partecipanti all'enduro a Daniele Caiola, colpito da un gravissimo lutto durante questi giorni di carp fishing. Coraggio Daniele, noi siamo con te.

lunedì 19 novembre 2012

«Ci vediamo in finale»

Perché di solito non te ne frega niente di come andrà. Vada come vada, sei contento. Ma alla fine sei un uomo, un maschio, la competizione ce l'hai dentro fin dai tempi della clava e dei mammuth. Quindi fare bella figura ti piace, anche solo per te stesso. E così ti cambia la prospettiva. «Com'è andata?». «Un amur sui dieci e una specchi di nove e passa. Voi?». «Due regine...». E poi: «Ci si vede in finale». Ci-si-vede-in-finale. Non ci pensavamo, la vedevamo come una cosa lontana; a un certo punto, infreddoliti, abbiamo pure sperato di non "passare" il turno. Però è successo. Capita sempre così. Posto "facile" che improvvisamente diventa difficile, pesci fermi, lo sguardo a chi pesca ai lati e davanti. La molla che ti scatta e ti fa dire che tu peschi meglio di loro e le azioni conseguenti: impegno, concentrazione e potenza. Sì, pure quella, per pasturare là dove credi che gli avversari, perché tali sono diventati quelli di fianco a te, non arrivino. Già, è una forma di competizione sottile, che ti entra sotto il pile e pian piano ti permea tutto. L'obiettivo, più che dimostrarlo agli altri, è dimostrare a te stesso che sei meglio di quello hai fatto fino a un certo momento. Che hai un'esperienza, e che la devi mettere a frutto. Perché ti convinci che se farai le cose come sei capace di farle, alla fine il fato ti premierà. Non è questione di esche o di miracoli: è questione di testa. E tra tutte le ipotesi possibili c'è n'è una: ce la fai. Ti ritorna così in mente il fatto che non te ne fregasse poi molto... ma era vero? Ci-si-vede-in-finale. Suona bene... uuh, come suona bene.

mercoledì 14 novembre 2012

Dovremmo farlo tutti...

Oggi ho messo a bagno carp sack, guadino, sling e materassino per disinfettarli. E mi sono chiesto: quanti lo fanno sempre? La cosa importante è disinfettare tutto ciò che viene a contatto con la cute delle carpe ogni volta che si cambia spot. Per intenderci, se l'ultima volta siamo stati a Pusiano e la prossima pescata è a Viverone, dovremmo disinfettare sacche di mantenimento & co. E così via. Tutto è tranne che una precauzione esagerata: le malattie più pericolose per le carpe si trasmettono per semplice contatto cutaneo. Anche se non ce ne accorgiamo, un po' di muco delle nostre catture rimane sempre "aggrappato" alle maglie, e questo muco è proprio il vettore principale delle malattie. Siamo abituati a pensare che basti sciacquare tutto prima di andare a casa e poi di lasciarlo asciugare bene. Non è vero!

lunedì 12 novembre 2012

Gira e rigira

Non ci sono storie: è un rito. E tu sei lo sciamano. Prima prendi dal sacco i chicchi secchi, li immergi in acqua e attendi qualche giorno che bevano, gonfiandosi come palloncini. Ti chiedi fin da subito quale sarà quello vincente. «Sarai tu, il più grosso di tutti? Oppure tu, con la forma strana, quasi arrotondata?». Le granaglie, le esche più impersonali di tutti, che finiscono in acqua a palate, sembrano più "vive" di qualsiasi altra esca. Dopo qualche giorno di immersione torni a trovarle, le trovi belle gonfie. «Stasera non ho niente da fare, mentre guardo la partita le faccio cuocere». Niente da fare e cuocere: un binomio che vale solo sulla carta.

martedì 6 novembre 2012

Vincitori... a modo nostro!

Vi è mai capitato di sentirvi vincitori senza in realtà aver vinto nulla? Di provare quella sensazione di soddisfazione, appagamento e pancia piena per qualcosa che acquista significato soprattutto per voi stessi più che per gli altri? Diciamolo: è troppo bello! In fin dei conti un vero pescatore passa il tempo sulle sponde più che per dimostrare agli altri cosa sa fare, per dimostrarlo a se stesso. Si crea una sfida e fa di tutto per vincerla. Così è per me e credo che debba esserlo per tutti. Anche in un contesto "competitivo" come è quello di un enduro, dove sì la sfida è con gli altri, ma la parte più intrigante è quella con se stessi e con la propria storia. Perché metti che ti capita una postazione sfigata... cosa fai? La "gara" non la vinci sicuro, però puoi toglierti qualche soddisfazione. Ribaltare il tavolo e dimostrare il tuo valore. La sfiga può metterci lo zampino quanto vuoi, ma il risultato dipende da te. Se, alla fine, hai fatto tutto il possibile, non hai rimpianti e ti puoi gustare il tuo bell'ammazzacaffè in santa pace. Insomma, devo parlare dell'enduro di Viverone e parto da qui: anche nel 2012, per il terzo anno di fila, veniamo estratti per penultimi e possiamo scegliere solo tra due postazioni. E finiamo nella mia nemesi: il temibile, terribile, detestabile "Ghiaione".

lunedì 5 novembre 2012

Viverone 2012: foto di un enduro indimenticabile

In attesa del report, ecco alcune foto significative dell'enduro di Viverone a cui abbiamo partecipato in questo ultimo weekend. Sì, la postazione è proprio quella, il temibile Ghiaione. Chi ha letto negli anni passati il mio blog sa di cosa sto parlando. Stay tuned, il racconto arriva presto! Intanto clicca su "Continua a leggere" qui sotto per entrare nella gallery...


martedì 30 ottobre 2012

Storie di bass (e di un coniglio)

Dopo la chiusura di Carp Fishing Mania ho subito una sorta di rigetto verso la pesca. Le boilie non profumavano più, puzzavano. Il garage non era più il covo di un pescatore, ma una disordinata accozzaglia di attrezzatura. Il fango, poi, non era più un compagno di avventura ma un fastidioso grattacapo da tenere lontano. E poi: troppo caldo, troppo freddo, ma quanto vento!, se piove non vado, se vado non so dove mettermi perché è pieno di gente. Insomma, scuse. Quello che serve per giustificare qualcosa che non ti spieghi ma che stai vivendo. Poi son passate le settimane, che son diventati mesi. Un paio. Ad agosto qualcosa si muove. In un pomeriggio pigro passato tra una stanza e l’altra della casa vedo spuntare dallo zaino la mini-cannetta portatile da spinning. Chissà perché... da maggio è sempre stata lì ma la noto solo ora! Mi avvicino, la impugno, la apro, infilo la lenza negli anelli e comincio a farla piegare come se fossi impegnato in un combattimento. «Non ti ricordavo così tosta…». Lì si riaccende la lampadina. Ok, per il carp fishing è presto, e soprattutto ora non hai né il tempo né i soldi per impegnarti in sessioni di più giorni. Ma una battutina a spinning? Di lì a poco parto per le vacanze e vado in Toscana dalla mia (Isa)bella. Con un’idea fissa: ritagliarmi ogni giorno almeno mezz’ora per tentare i bass di un canaletto che scorre lì nella zona. Risultato? Una terapia della pesca bella e buona: difficoltà da superare, lezioni da imparare, astuzie da impiegare e il classicissimo big fish perso in modo rocambolesco. Così mi è tornata la voglia di pescare. Tutto merito di una cannetta, un paio di artificiali e di quella passione che puoi (possono) schiacciare quanto vuoi (vogliono) ma che non elimini (eliminano) mai. Nelle prossime righe, storie di bass speciali. Non perché sono grossi, ma perché sono stati la mia medicina. 

sabato 20 ottobre 2012

Puliamo insieme la Gabana!

Oggi sveglia alle 7 e partenza per Abbiategrasso. Obiettivo: mezza giornata di pulizia delle sponde con il Comitato Salvaguardia del Ticino Riserva Somin, capitanato dal buon Stefano Marconi, l'ittiologo superpescatore. La manifestazione è stata inserita all'interno del programma della fiera d'autunno di Abbiategrasso e quest'anno ha preso il nome di "Puliamo insieme la Gabana", dal nome della zona di riserva che è stata effettivamente tirata a lucido, uno dei (pochi) punti in cui l'accesso alle sponde è semplice e abbastanza immediato, quindi soggetto a maggiori episodi di maleducazione. La situazione, a dirla tutta, non era drammatica rispetto a luoghi ripuliti nello scorso anno (Pusiano, Cà del Conte, e via dicendo, di cui trovate i report in questo blog), tuttavia un po' di pulizia era necessaria e una ventina di valorosi volontari si è data da fare per riportarla al suo stato originale. I rifiuti, curiosamente, non sono stati portati subito alla discarica ma raccolti dai volontari e piazzati presso lo stand della Riserva Somin all'interno della Fiera di Abbiategrasso, davanti a una gigantografia del fiume Ticino. L'idea di Marconi e dei suoi ragazzi è stata ficcante e decisamente efficace: dopo aver ricostruito il letto del fiume di fianco allo stand, sono stati piazzati due cartelli con scritto "Com'è" e "Come sarà". Il primo è stato lasciato pulito, il secondo è stato "decorato" con i rifiuti raccolti proprio alla Gabana. Un monito: se non ci diamo da fare, se non pensiamo al fiume come a una risorsa e a un bene da custodire, tutto finirà male. In una montagna di rifiuti.

lunedì 15 ottobre 2012

Endine 2012: nove anni bastano...

Sei crollato con le palpebre pesanti alle dieci di sera. Troppo presto per un ragazzo di trent’anni. Ma la stanchezza è forte: una notte insonne non fa sconti neanche ai giovani. Improvvisamente ti svegli. Né per un sogno brutto, né per necessità impellenti. Apri gli occhi e basta. Forse dovevi farlo. Lì, sulla scrivania, vedi qualcosa che settimana scorsa non c’era. Ha forma quadrata, anzi no, è un pesce. Non è un pinnuto vero, però, è una riproduzione. La grafia è artistica: Maratona Benefica Internazionale di Endine 2012. E sotto: Comune di Spinone. Ci metti un po’ a realizzare: Endine – Maratona Benefica – Spinone – carpa – trofeo. Ti balzano in mente poi i riflessi dorati. «Per un anno è vostra, poi la rimetterete in palio nella prossima edizione». È tutto vero? Lo smartphone segnala che qualcuno nella notte ti ha scritto: “Stavolta l’abbiamo combinata proprio grossa! Grazie di cuore, ragazzi, grazie…". E un altro: "Abbiamo fatto un’impresa. Provo a realizzare cosa è accaduto e le sensazioni che ho sono indescrivibili. Grazie ragazzi, abbiamo realizzato un sogno!". Sorriso. Abbraccio al cuscino. Ultimo pensiero: è tutto vero. Hai vinto la Maratona di Endine, classifica a peso totale. Sì: i veri sogni non si vivono mentre si dorme…

domenica 14 ottobre 2012

Call it karma

Mi hanno detto 'vai, non ti preoccupare, ci pensiamo noi'. Stavo male, ma hanno capito. Mi hanno lasciato andare anche se non volevo. Artefici (in)consapevoli di ciò che sarebbe successo dopo. Gente che mi vuole bene. Ripagarli non é possibile. Ma una parola, detta davvero con il cuore, é per loro: GRAZIE. Non c'é bisogno di spiegare e capire: solo la speranza che ciò che ti é stato tolto poi ritorni a illuminare le tue giornate sotto altre forme. Lo chiamano 'karma'. Io dico che sono le persone speciali. Quelle a cui va una delle mie piú grandi gioie, nata dalla viscida traccia di una volgare delusione. Call it. Call it karma.

lunedì 24 settembre 2012

Singola affondante? Mah...

Chi mi conosce sa quanto vada matto per le pop-up. Impazzisco davanti ai barattolini di esche galleggianti tanto da sembrare "malato": il classico carpista che si perde davanti a odori, colori, diametri, forme e packaging più o meno accattivanti. In realtà è tutto calcolato e ogni acquisto che faccio ha un perché. Il motivo di fondo è che... se da sei anni a questa parte non uso mai un innesco totalmente affondante un motivo c'è! Contorto ma sensato, vero?L'altra sera si parlava di esche e inneschi in relazione al video underwater e alle conclusioni a cui ero arrivato. A un certo punto un amico ha detto: «La singola affondante è il top». E io: «Non la userei nemmeno sotto tortura». Silenzio. Stupore. Tentativo di spiegarsi. Questo post nasce proprio dallo spunto lanciato dai miei amici e, di fondo, ha il compito di illustrare perché faccio così fatica a concepire un mio finale dotato di esca singola (ma anche doppia) affondante. Cercherò di essere chiaro aiutandomi con qualche foto... mi scuso per la non eccelsa qualità ma mi auguro che il discorso fili lineare. Pronti? Via!

giovedì 20 settembre 2012

Lezioni subacquee

Dove eravamo rimasti? Ah sì, al video underwater delle carpe che si pappano un 360° rig. Ciò che mostrano quelle immagini sono in realtà i momenti conclusivi di un "esperimento" che si protraeva da una giornata intera, permesso esclusivamente da situazioni particolari che, però, ho sfruttato in pieno per capire alcune cose su quello che gli hair rig fanno effettivamente sott'acqua. L'occasione è stata ghiotta per rispondere ad alcune domande. Per fare qualche esempio: meglio un finale morbido o rigido? Meglio un terminale corto o lungo? Le carpe notano la differenza tra una poppy e una affondante? Quale dei due inneschi "vince"? Nelle prossime righe ecco alcune considerazioni scaturite dall'osservazione delle carpe in frenesia a pochi centimetri da riva.

lunedì 10 settembre 2012

Pablo underwater



Il destino legge i miei pensieri. Ne ho la prova. Il post precedente si intitola "Frenzy", frenesia. Parlo della tensione positiva che noi pescatori proviamo prima di una sessione di pesca, collegandolo a quella che le nostre esche scatenano sul fondo del lago-fiume-cava dove abbiamo deciso di inseguire il nostro sogno. Ebbene, domenica dovevo andare a pescare in una cava gestita da due amici ma... non ho sentito la sveglia! Tutta la frenzy sfuma appena vedo l'ora: le 11. Che faccio, vado? Massì, al massimo mi passo un pomeriggio a 60 chilometri da casa senza rottura di scatole. E una volta là, manco a farlo apposta, vivo tutto quello che significa frenzy: lago pieno, il mio spot libero, le vedo, le osservo, pasturo, attendo, pesco, prendo, prendo a ripetizione. Io sono in frenesia, loro sono in frenesia. Riesco persino a filmarle piazzando la videocamera in mezzo a loro, che indisturbate si fanno cogliere anche mentre ingollano esca e amo (minuto 3.40 e 4.45 le due abboccate). In venticinque anni di pesca non avevo mai visto tanta ferocia su un letto di pastura creato a due metri da riva in un metro e mezzo d'acqua, neanche nel periodo di frega. E quando mi ricapiterà più?!

domenica 9 settembre 2012

Frenzy

'... tu resistere non puoi', recitava il claim di una (vecchia? No, dai, che poi mi ci sento davvero) pubblicità delle caramelle Fruit Joy. Ecco, una pescata in arrivo tra poche ore mi fa venire in mente la pasticchina gommosa che fa letteralmente sballare la saliva in bocca. Una, due, tre: non mi fermerei mai! Questa é frenzy, la frenesia. Di fisico ha ben poco. É mentale, é spina dorsale piú che cuore. Il cervello viaggia a velocità supersonica, la parte razionale pianifica, la parte emozionale crea: cosí le ore non passano piú, ti fai lacerare lento come se ogni ticchettío dell'orologio fosse il fendente di una micro-lama. Assaggi il sapore della frenesia, che non é sangue. É la lingua che si impasta perché ha sete. Ma tu non puoi bere, perché finalmente ci sei, al banchetto. É tutto tuo, devi addentare il piú possibile il piú velocemente possibile. Che gusto divino! Saziandoti lentamente ci arrivi, ora come ogni volta: pensi a cosa c'é là sotto e realizzi che la tua frenesia é il risultato di un tranello non tanto diverso da quello con cui hai indotto alla frenesia le tue prede. Loro spesso ci cascano, tu ci cadi sempre. Ah, che buone le caramelle gommose! Tic toc, tic toc, tic toc..

martedì 4 settembre 2012

Cambiare (per sopravvivere)


Non ho attraversato un gran periodo. Come molti altri figli dei primi anni Ottanta mi trovo a combattere una guerra a cui nessuno mi aveva preparato: trovare un lavoro. Il bello è che spada e pugnale devi tirarli fuori pure per farti pagare per ciò che hai fatto per qualcuno, che come al solito ti dirà che sei bravissimo, che meriti tanto ma che... insomma... devi pazientare... un contratto no.... e poi il compenso deve essere "in linea con il mercato". Uno schifo. Il campo di battaglia è impolverato da qualche anno ormai, ma l'unica soluzione che ci è concessa è andare avanti, guardare in là. Ritirarti non puoi: che fai, muori?

venerdì 6 luglio 2012

Smoke... underwater!



Lo devo ammettere: ero piuttosto curioso di vedere in azione e di toccare con mano il Goo, il nuovo dip  "miracoloso" prodotto dall'inglese Kiana Carp, ben supportato dal tran tran dei promo di Korda (che ne é il distributore). La pubblicità dice il vero? Il "fumo subacqueo" che si vede nei video promo sarà realmente così? E in pesca farà davvero la differenza come dicono, visto che in Uk è spacciato come l'arma segreta dei quattro volte campioni mondiali (di fila), ovvero i sudafricani? L'occasione ghiotta per rispondere a queste domande si è presentata circa due mesi fa quando il buon Nicholas Holzer, di ritorno da una settimana a Gigantica, non si è presentato a mani vuote: non so come abbia fatto, visto che la commercializzazione era prevista per Giugno, ma eccolo arrivare con il Goo Power Smoke pronto per essere provato nelle nostre acque. I trenta secondi del video qui sopra mostrano come il prodotto di Kiana Carp si comporta in acqua: la pallina innescata sembra veramente "fumare" e, con la corrente, il Goo forma una scia attrattiva che si propaga per parecchi centimetri lontano dall'esca. Quindi sì, il "fumo subacqueo" si vede davvero e dura all'incirca 20 minuti. E in pesca? Presto per dirlo: ci risentiamo tra qualche mese...

mercoledì 30 maggio 2012

After the storm...


E così si ricomincia. O meglio: sei costretto a ricominciare. L'onda, possente e cattiva, ti è caduta addosso senza curarsi di chi sei. In fin dei conti siamo tutti uguali dentro la furia della Natura e del Destino. Tu però sei testardo, ce l'hai fatta. Ti sei aggrappato a qualcosa di solido perché ci hai creduto e a tutti i costi hai voluto sopravvivere. Ma ora che l'ossigeno rifluisce nei tuoi polmoni tutto intorno a te è fango, macerie, distruzione. Volta il tuo sguardo altrove, rialzati e cammina. Anzi, corri. Devi farlo. Run like hell, man!