Seconda edizione, seconde impressioni. Quest'anno non da insider ma da semplice osservatore. Senza dubbio l'impatto è migliorato: più stand (sia negozi, sia aziende), più frenesia e, naturalmente, una struttura decisamente più efficiente rispetto a quella di Carpitaly. Nonostante il meteo non favorevole - ma di certo non paragonabile al disastro dello scorso anno - c'è stata anche una buonissima partecipazione di pubblico. Mettiamola così: quella di Ferrara è ormai una vera fiera della pesca, c'è, e bisogna farci i conti. Corollario: può migliorare e speriamo che lo faccia, per non risultare poi un doppione più "elegante" di Gonzaga. Note dolenti? Sì, qualcuna...
Le scrivo a raffica per non tediare chi legge. Alcuni stand (penso a Menny Baits e a Imperial Baits, ma non solo loro) erano esageratamente "nascosti", quasi difficili da trovare, perché ostacolati da paraventi o da "cornici" degli altri espositori. Negativo per le aziende, ma negativo anche per chi cerca determinati prodotti. O forse non li cerca, ma potrebbe essere interessato: la disposizione si può migliorare! Seconda cosa: l'esclusiva del video di Korda, Underwater 7, una delle produzioni più attese dell'anno (ricordiamo che in Inghilterra è stato prenotato un cinema per una preview su invito), non può essere messo in programma alle 10.30 del mattino, quando gran parte dei visitatori deve ancora arrivare, io tra questi. Già c'è una sorta di "allergia" a salire al piano di sopra e a vedere le conferenze, se c'è qualcosa di croccante, cavolo, va programmato a un orario dove quasi tutti lo possano vedere. Considerando anche che l'unica conferenza dedicata al carp fishing è saltata all'ultimo minuto... forse uno spazietto migliore si poteva trovarglielo. O, forse, fare una riproduzione in loop in un punto definito tra gli stand, un po' come è stato fatto lo scorso anno con gli angoli tecnici. Aggiungo una cosa: l'anno scorso le conferenze sono state ricordate e annunciate di più e meglio dagli speaker rispetto a quest'anno. Ieri quasi non si capivano le parole che uscivano dal microfono.
Cibo: per primo, secondo e acqua si spendevano 15 euro. Troppo, considerando che le porzioni (di piatti pur buonissimi!) erano decisamente... "contenute". Infine, un piccolo appunto che non c'entra con l'organizzazione ma che è un segno dei dei tempi, di qualcosa che, attualmente, non ho ancora ben inquadrato: fino a sei-sette anni fa, Leon Hoogendijk e Frank Warwick non avrebbero potuto gironzolare in fiera a braccetto parlando del più e del meno senza essere fermati da qualcuno, o per lo meno osservati con la classica timidezza di chi guarda al grande personaggio, al grande campione. Una volta, se ben ricordo, erano quasi inavvicinabili tanta era la folla che li circondava. Tempi che cambiano? Crollo dei miti? Disillusione web-centrica? Oppure siamo solo noi italiani?
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