lunedì 30 giugno 2014

Come si vince una gara all'Idroscalo

Trovo sempre molto interessante parlare con gli altri angler. Oddio, non con tutti, perché non tutti hanno veramente qualcosa di interessante da dire o, per lo meno, sono disposti ad ascoltarti. Nel video che propongo qui sotto "simulo" una chiacchierata con Andrea Valentini e Luca Lucchiaro, che hanno stravinto l'edizione 2014 della semifinale Nord-Ovest del Trofeo Cfi, tenutasi in aprile all'Idroscalo di Milano. Bello parlare con questi due angler e confrontarsi, capendo che il tuo punto di vista può essere diverso dal loro. Entrare nella loro testa, capire perché hanno pescato in un modo e non in un altro, cercare di interpretare i "non detti" all'interno dei discorsi: beh, è questo che ci fa crescere. Tornare a casa sapendone qualcosa di più: è questo, forse, il più grande segreto di chi il carp fishing lo vive non solo come un passatempo ma come una disciplina, uno sport. Rinnovando i miei complimenti ai due angler, vi propongo il video realizzato "a caldo", a pochi minuti dalla fine della loro vittoriosa gara. Sono convinto che troverete spunti molto interessanti...




Video correlato... una bella specchi presa sulla sponda opposta: http://youtu.be/ovHa4mx_Zgw

lunedì 23 giugno 2014

Carp Show 2013: i video

Arrivo decisamente in ritardo, ma mi ero dimenticato di avere girato questi video e di averli salvati nella loro cartellina sul computer. Sono in tutto quattro e mostrano qualche immagine dal Carp Show di Ferrara, edizione 2013 (dicembre). Ho partecipato a questa bella fiera, che ogni anno è sempre più bella e migliora a vista d'occhio, con lo stand del mio magazine, Carp Fishing Top, in cui, insieme con il mio grande amico Luca Gambino, abbiamo allestito una sorta di "acquario senza acqua", con rig e montaggi a disposizione dei curiosi per domande e approfondimenti. L'esperimento è stato replicato con successo anche al Carpitaly e, se ce ne sarà la possibilità, lo riproporremo, magari migliorandolo, al Carp Show 2014.


giovedì 19 giugno 2014

La dura vita del persico sole

Noi carpisti abbiamo una grande fortuna: trattenendoci a lungo sulle sponde siamo in grado di vedere cose che gli altri pescatori non vedono. Per esempio: vi è mai capitato di guardare a lungo il sottoriva e scorgere quando è vitale? Tra pesciolini, gamberi, chioccioline c'è veramente un "carnevale" di vita lì sotto! Pochi giorni fa, mentre pescavo in una cava del milanese, mi è caduto l'occhio su uno spettacolo che si può vedere praticamente ovunque. Due persici sole, i "gobbetti" come li chiamano un po' dappertutto, si inseguivano sopra il nido, presumo durante la fase di accoppiamento. L'esemplare più grande, il maschio, difendeva con blitz improvvisi il nido dall'avvicinamento di altri gobbetti più piccoli, che evidentemente volevano soffiargli la lady o molto probabilmente mangiarsi le uova. Mentre io mi godevo quello spettacolo, mi sono anche messo nei panni dei due persici e mi sono detto: «Certo che la natura, quella vera, è davvero perfida e implacabile». Il compito di difesa di quel persico non è finito in quell'occasione: da lì, dovrà difendere il nido dagli attacchi per settimane. Una distrazione, e hai perso tutto. Struggente.



mercoledì 18 giugno 2014

Para-dito

Chi mi vede lanciare spesso mi chiede perché non forzo alla massima potenza, oppure, ed è la cosa che capita più spesso, perché rilascio il filo troppo presto dall'indice. E chi conosce la mia storia di carpista sa anche perché. Primo: ho spaccato ben più di una canna sul lancio, e ogni volta mi son preso grandi spaventi. In particolare l'ultima volta, quando mi è saltata tra le mani una Basia: pensavo che un pezzo di carbonio mi si fosse addirittura infilato sotto l'occhio. Il vero motivo per cui sono frenato, però, è un episodio che mi è successo intorno al 2005-2006. Stavo pescando all'Idroscalo, dove lanciare "fuori" è sempre stato fondamentale. In bobina, sul mio Biomaster XT, avevo appena montato la treccia, perché sulle riviste tutti scrivevano che per lanciare era il top. Come San Tommaso, se non vedo non credo: eccomi quindi con il filo trecciato che poggia sul mio indice destro, mentre l'archetto è aperto. Qui cambia la mia vita di lanciatore. Tiro una legnata alla massima potenza, che non è quella di oggi perché ai tempi pesavo 65 chili (ora sono 87) sperando di vedere il piombo volare là dove voglio. Ma prima del dolore, c'è un suono, che non dimenticherò mai, che mi ricorda che qualcosa è andato storto: è quello della frizione. Mi ero dimenticato di chiudere del tutto la frizione, che sullo sforzo del lancio ha sbloccato la bobina e ha fatto scorrere la treccia sul mio polpastrello. Il resto, è uno svenimento diretto alla vista del filo entrare da una parte del dito e uscire dall'altra, invisibile nel tratto entrato nella carne, credo quasi a contatto con l'osso. Da quel giorno i miei lanci sono sì potenti, ma non quanto potrebbero esserlo. E ormai ho la fobia: anche se devo lanciare a medie distanze, stra-chiudo la frizione e indosso sempre un paradito. Ogni volta che devo lanciare forte ripenso sempre a quel momento e a quell'immagine che non mi lascerà mai. Consiglio spassionato: non fate come me, indossate il paradito!


lunedì 16 giugno 2014

Tutorial (video): il nodo senza nodo

«Paolo, dammi un rig vincente». Risposta (glaciale): «Sono tutti vincenti se li metti al posto giusto». Momento di smarrimento. Occhi che vanno a destra e a sinistra. «Consiglio: non rendere il carp fishing più complesso di quello che è. Prima del rig vengono lo spot e l'esca». Ecco perché a chi, in genere neofiti, mi chiede quale rig utilizzare dico sempre "no knot", il normalissimo senza nodo. Perché non ce n'è: per ogni carpista che inizia è FONDAMENTALE trovare dei punti di riferimento. E il senza nodo può esserlo. Deve diventare, insomma, il montaggio di riferimento quando bisogna dare il 100%. Certo, poi ce ne sono altri più complessi e dalle caratteristiche più "vincenti", se così vogliamo chiamarle. Ma un blow-out fatto male non funziona, così come un D-rig non va bene dappertutto. Quindi, seguendo il video che pubblico qui sotto, consiglio vivamente di partire dal senza nodo, curando la ricerca dello spot e la scelta dell'esca giusta. Solo quando avremo maturato più esperienza (anni?) ci concentreremo sul montaggio. Perché complicandoci le cose facendo prove su prove in relazione al terminale rischiamo di fare solamente una cosa: perdere del tempo che possiamo dedicare a rendere vincente la nostra sessione. Non voglio convincervi che semplice è (sempre) meglio, ma non ci si va lontano: io stesso lo uso moltissimo, e non me ne vergogno affatto!


giovedì 12 giugno 2014

Tutorial (video): legare il lead core

Ci sono cose che tutti i carpisti dovrebbero saper fare. Per esempio, il nodo senza nodo, i nodi di giunzione tra girella e terminale o tra lenza madre e shock leader, l'infilare una pallina sul capello e via dicendo. C'è però un "fondamentale" su cui chi inizia ha sempre molti dubbi, e me ne accorgo sia dalle domande che ricevo nella mail di Carp Fishing Top sia nei colloqui che ho il sabato con i clienti del reparto carp fishing al Brico Sport di Seregno: come si fa ad annodare il lead core? Su internet si trovano decine di foto e di video che spiegano come fare, e a questi ho aggiunto il mio: lo trovate qui sotto ed è sufficiente cliccare sul riquadro per godersi direttamente la sequenza su questa pagina. Si tratta di un'operazione veramente semplice che, una volta diventata routine, si fa anche a occhi chiusi.




martedì 10 giugno 2014

Serata Nash al Bricosport di Seregno

Son veramente passati sei mesi dall'ultimo aggiornamento?! «Vergognati, Paolo!». Avete ragione: come mi capita, purtroppo spesso, ogni tanto mi dimentico del mio blog. Sbagliando. Comunque ho un po' di contenuti pronti da pubblicare. Partiamo da questo, recentissimo: tre video registrati durante una visita di Matteo Marmocchi (Nash Tackle) al punto vendita Bricosport di Seregno (dove mi trovate ogni sabato) in cui l'angler spiega il funzionamento delle nuove pasture da zig (Bug Life Mix), del Magma e del tungsteno liquido Cling-On. Enjoy it!