martedì 9 settembre 2014

Una domenica diversa

Se sei un vero pescatore, la pesca ti piace tutta. Sì, puoi essere un carpista, uno "spinnista" (termine orribile, ma molto meno di "spinningofilo"), un moschista, un silurista, ma dentro sei semplicemente un pescatore. Ecco perché quando quanto ti viene proposta una nuova sfida è molto difficile dire di no. A me è successo proprio questo: un amico appassionato di spinnging mi ha chiesto di accompagnarlo in una pescata sul Lambro e io come potevo rinunciare? Ma è domenica è c'è un problema: sabato sera sono a Bergamo e rientro a casa più o meno alle 2.30, quando la sveglia è alle 5. Rinuncio? Macché, si va: dopo l'operazione alla gamba non voglio rinunciare più a niente, perché si vive una volta sola e... ogni lasciata è persa! Ebbene, che decisione felice: ho passato una bellissima giornata in mezzo a un bosco selvaggio, costeggiando il fiume come se fossi un "salmonista" in Alaska. Solo che qui pescavamo piccoli persici, cavedanelli e qualche siluretto. Facendo i primi lanci mi sono reso conto subito di una cosa: che in questa mezza giornata potrei anche non aver catturato niente ma avrei imparato tanto. La pesca con le micro-testine e le gomme, il movimento dell'artificiale in corrente, lo scoprire che il cavedano "assaggia" l'artificiale e non rimane mai allamato, la disposizione dei pescatori lungo una sponda. Tutte cose che do per scontate nel carp fishing ma che nello spinning non lo sono. E quando ha abboccato il primo persico (che vedete nella foto) ero da solo: intorno a me solo alberi, il canto degli uccelli e delle zanzare che si avvicinavano kamikaze alle orecchie per allontanarsi al primo sentore del repellente sulla pelle. Mi sono gustato il momento, con il pesce tigrato che faceva il diavolo a quattro (per quanto piccolo) in corrente e piegava la mia cannetta così leggera e così sensibile. Vero, le carpe tirano di più, ma è stato incredibile vedere quel predatore scattare dal fondo, salire sul raglou (già, anche gli spinnermen si fanno paranoie toste sulle esche e poi quelle più efficaci sono semplici gommini da pochi centesimi di euro), ingoiarselo e girare la testa di scatto, per poi cedere solo a forze finite. Ed è stato fantastico scoprire il Lambro sotto un altra luce: uno dei fiumi più inquinati d'Italia è anche molto pescoso. Sotto i miei piedi, nei giri d'acqua, vedevo carpe di 2-3 chili aggirarsi in cerca di cibo, e lì non ce le ha messe nessuno, vuol dire che si sono riprodotte e che l'habitat è ideale per un futuro. Alle 11 sono di nuovo a casa, pronto ad affrontare una domenica di relax. Ho un sonno boia, ma il bagaglio della mia esperienza si è arricchito di tanti elementi in più. Ci dormo su, per farli sedimentare bene...

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